Il progetto del Piano stralcio di bacino del distretto idrografico dell’Appennino meridionale, destinato a sostituire il Piano per l’assetto idrogeologico del 2001, è al centro di un intenso dibattito. Sebbene la Regione assicuri che non si tratti di un dietrofront, la necessità di un confronto con le amministrazioni locali e gli Ordini professionali ha spinto ad accogliere alcune delle richieste avanzate dai territori.
Obiettivi e contenuti del Piano
Il Piano include il piano di gestione del rischio alluvioni e lo stralcio di assetto idrogeologico, strumenti volti a identificare le aree a rischio e stabilire misure di salvaguardia per la prevenzione dei fenomeni alluvionali. La priorità, come sottolineato dall’assessore all’Ambiente Giovanni Calabrese, è tutelare le popolazioni ed evitare situazioni di pericolo.
Tuttavia, diverse amministrazioni comunali hanno espresso perplessità, lamentando un mancato coinvolgimento nel processo di definizione del Piano. Tra i critici, il consigliere regionale del Pd Ernesto Alecci ha evidenziato come il Piano, pur condivisibile negli obiettivi, imponga vincoli significativi che potrebbero penalizzare l’attrattività di alcune aree, specialmente sotto il profilo turistico.
Il confronto alla Cittadella
La discussione è stata al centro di una lunga riunione convocata presso la Cittadella regionale, a cui hanno partecipato, oltre ai vertici dell’Autorità di bacino, assessori regionali come Giovanni Calabrese, Marcello Minenna, Gianluca Gallo e Maria Stefania Caracciolo, insieme ai direttori dei rispettivi dipartimenti e rappresentanti di Protezione civile, Consorzio di Bonifica, Calabria Verde e Arpacal.
L’incontro, protrattosi fino a tarda sera, ha portato alla decisione di aggiornare i lavori per approfondire ulteriormente le richieste dei territori. La Regione si impegna a garantire che il Piano, pur necessario per la prevenzione e la mitigazione del rischio, sia frutto di un confronto lungo e articolato, senza forzature.
Le criticità segnalate dai Comuni
Alcuni sindaci hanno sollevato preoccupazioni circa i vincoli imposti dal Piano, evidenziando che in alcune aree le restrizioni non tengono conto delle evoluzioni territoriali e delle esigenze locali. In particolare, si è fatto notare che tali vincoli includono anche zone precedentemente autorizzate per espansioni edilizie, creando potenziali conflitti con le comunità locali.
Verso un compromesso
Per evitare contrapposizioni in vista dell’approvazione finale, è in corso una mediazione tra i diversi attori coinvolti. Il confronto mira a bilanciare le esigenze di prevenzione del rischio idrogeologico con le necessità di sviluppo dei territori, mantenendo al centro la sicurezza delle popolazioni.