Una nuova ondata di incendi ha colpito duramente la Calabria, lasciando dietro di sé distruzione e paura. L’allarme è stato lanciato con forza da monsignor Giovanni Checchinato, arcivescovo di Cosenza-Bisignano, che ha denunciato pubblicamente la gravità della situazione nei comuni dell’arcidiocesi.
Fiumefreddo, Laurignano e Zumpano sono tra i centri più colpiti, con danni ingenti a strutture pubbliche e private e con la popolazione costretta a convivere con la minaccia di un disastro continuo. «Gli incendi stanno devastando il nostro già fragile territorio – ha affermato il presule – anche la nostra diocesi è duramente colpita».
Dietro questi roghi non c’è solo l’emergenza climatica, ma soprattutto la mano dell’uomo. Il vescovo ha chiaramente sottolineato come la maggior parte degli incendi sia frutto di comportamenti dolosi, frutto di piromani senza scrupoli, oltre che di disattenzioni e imprudenze. Un atto di violenza non solo contro le persone, ma anche contro il creato.
«Si tratta di peccati sociali», ha spiegato Checchinato, richiamandosi alle parole di San Giovanni Paolo II, evidenziando come queste azioni si inscrivano in quella che definisce una struttura di peccato, spesso alimentata da reti criminali o da singoli individui privi di morale. Il territorio calabrese, già segnato da fragilità ambientali e sociali, è ora sotto attacco da parte di queste forze distruttive.
Allo stesso tempo, il vescovo ha voluto lanciare un messaggio di gratitudine e speranza, ringraziando pubblicamente tutti coloro che, ogni giorno, affrontano con coraggio l’emergenza. «Vigili del fuoco, Protezione civile, volontari: a loro va il nostro grazie per il sacrificio e l’impegno costante», ha dichiarato, ricordando che spesso queste persone mettono a rischio la propria vita per salvare quella degli altri.
La sua voce si è fatta anche solidale con le famiglie colpite dagli incendi, molte delle quali hanno vissuto momenti di autentico terrore mentre le fiamme si avvicinavano alle case. Il vescovo ha espresso vicinanza umana e spirituale, invitando la comunità a unirsi nella condanna di questi atti e a sostenere chi si adopera per contrastarli.
In una regione dove la tutela dell’ambiente si intreccia con questioni sociali, economiche e morali, l’intervento dell’arcivescovo assume un significato profondo, ponendo l’accento sulla responsabilità collettiva nel difendere la “casa comune” e nel non voltarsi dall’altra parte.