Data del voto in Calabria e nodo commissario: le decisioni attese da Occhiuto

Due dossier principali sul tavolo del Governatore della Regione: interpretazioni giuridiche divergenti e vincoli organizzativi stanno rallentando la decisione finale.

Sul tavolo del presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, si trovano due questioni strettamente legate tra loro: la scelta della data per il ritorno alle urne e l’eventuale rinuncia all’incarico di commissario ad acta per il piano di rientro sanitario. Il nodo principale riguarda la possibile condizione di ineleggibilità derivante dal mantenimento di tale incarico, come previsto dalla legge 154 del 1981, che all’articolo 2 stabilisce un’incompatibilità per chi ricopre la funzione di commissario di Governo nel territorio in cui si candida.

Il problema nasce dall’incertezza sull’interpretazione della norma: non è chiaro se il ruolo di commissario ad acta o straordinario rientri nella definizione prevista dalla legge. Per chiarire, sono stati chiesti diversi pareri legali, che tuttavia hanno fornito risposte non univoche. Proprio questa incertezza ha spinto Occhiuto a prendere tempo, valutando se e quando fare un passo indietro dal ruolo commissariale.

Parallelamente, resta aperta la questione della data delle elezioni. Inizialmente era stata ipotizzata la tornata del 28 e 29 settembre, ma negli ultimi giorni questa opzione è apparsa poco percorribile. Contatti recenti con la presidente della Corte d’Appello di Catanzaro, Gabriella Portale, avrebbero evidenziato criticità legate alla tempistica, soprattutto considerando il rallentamento estivo dell’attività amministrativa e giudiziaria.

Per questo motivo, lo scenario più probabile è lo spostamento del voto a ottobre. Tra le possibili date emergono due opzioni: 5 e 6 ottobre oppure 12 e 13 ottobre, con quest’ultima che sembra al momento avere più possibilità di essere scelta.

Anche la scadenza per un’eventuale incompatibilità è oggetto di interpretazioni differenti: per alcuni, le dimissioni da commissario dovrebbero avvenire almeno 45 giorni prima delle elezioni, mentre secondo altri sarebbero sufficienti 30 giorni. Una discrepanza che incide direttamente sulla pianificazione politica e amministrativa della Regione.

La decisione definitiva, dunque, non riguarderà soltanto il calendario elettorale, ma anche il futuro ruolo di Occhiuto nella gestione del piano di rientro sanitario, un incarico che fino ad oggi è stato al centro della sua azione di governo.

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