Pd Calabria, congressi nel caos: accuse e sospetti sul tesseramento

Tra Catanzaro, Cosenza e Vibo esplode la tensione nei circoli dem: clima rovente in vista dei nolto attesi appuntamenti a livello provinciale

Il Partito Democratico calabrese si prepara ad affrontare un fine settimana politicamente infuocato, con i congressi delle federazioni provinciali che, invece di rappresentare un momento di rigenerazione interna, si stanno trasformando in un campo di scontro segnato da accuse, sospetti e forti polemiche. I nodi irrisolti legati al tesseramento rischiano di compromettere la regolarità del processo congressuale in diverse aree chiave della regione.

Al centro delle polemiche figurano le federazioni di Catanzaro, Cosenza e Vibo Valentia, dove i candidati alla segreteria si confrontano in un clima tutt’altro che sereno. A Catanzaro, la sfida tra Gregorio Gallello e Francesco Pitaro è stata turbata dalla richiesta, avanzata da una parte della componente lametina del partito, di sospendere il congresso. Il gruppo, guidato dall’ex parlamentare Doris Lo Moro, denuncia la mancanza di trasparenza nell’anagrafe degli iscritti e gravi violazioni delle regole interne, chiedendo un intervento immediato degli organi di garanzia.

Ancora più tesa la situazione a Cosenza, dove il candidato Matteo Lettieri ha accusato il suo sfidante, Pino Le Fosse, di aver inserito in lista persone non regolarmente iscritte. Le Fosse ha respinto ogni accusa, definendo le parole dell’avversario “infondate e inappropriate nei toni”, ma il sospetto che il tesseramento sia stato manipolato grava sull’intero processo.

A Vibo Valentia, la contesa tra Teresa Esposito e Giuseppe Pizzonia è oscurata da dubbi pesanti come macigni. In particolare, si teme che in alcune zone, in particolare nelle Preserre vibonesi, si sia verificato un tesseramento artificiosamente gonfiato, sollevando il rischio di interferenze non regolamentari nel voto congressuale.

Un quadro più sereno si registra invece a Crotone e Reggio Calabria, dove le rispettive federazioni hanno trovato una sintesi attorno a candidati unitari: Leo Barberio a Crotone e Giuseppe Panetta a Reggio. Tuttavia, anche queste pacificazioni non bastano a placare la tempesta che investe il partito a livello regionale.

La recente riconferma di Nicola Irto alla guida del Pd calabrese, avvenuta con un ampio consenso, non ha segnato la svolta attesa da molti iscritti e militanti. Al contrario, il clima interno continua ad essere segnato da divisioni profonde, personalismi e sospetti, ostacolando quel percorso di rinnovamento e trasparenza più volte auspicato.

La gestione delle controversie è ora affidata alle commissioni di garanzia, che dovranno esaminare le segnalazioni ricevute, valutare la legittimità delle iscrizioni contestate e vigilare sulla correttezza dei processi congressuali. Una responsabilità non da poco, considerando che dai congressi provinciali dipenderanno anche le future candidature per le elezioni amministrative e regionali.

In attesa dei verdetti ufficiali, il Partito Democratico in Calabria appare ancora prigioniero delle sue fragilità, in una fase politica cruciale per ricostruire consenso e credibilità.

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