Caso botulino a Diamante: otto indagati tra imprenditori e medici

La procura di Paola ha messo sotto inchiesta dopo due decessi e 15 intossicazioni. Domani le autopsie sulle vittime

Sono otto in totale gli iscritti nel registro degli indagati nell’inchiesta della procura di Paola sul caso di intossicazione da botulino avvenuto a Diamante. Il fascicolo, coordinato dal magistrato Domenico Fiordalisi e dal pubblico ministero Maria Porcelli, punta a fare chiarezza sulle responsabilità per la morte di Luigi Di Sarno, 52 anni, originario di Cercola, e di Tamara D’Acunto, 45 anni, residente a Diamante.

Per accertare le cause dei decessi, è stato nominato un pool di medici legali e specialisti che domani effettuerà le autopsie. La commissione è composta da Isabella Aquila, Matteo Antonio Sacco, Eugenio Garofalo, Carmelo Giuseppe Angelo Nobile e Fabrizio Anniballi.

Le indagini passano in rassegna le condotte di tre operatori del settore alimentare e di cinque medici. Tra i primi figurano il titolare di un’attività ambulante, assistito dall’avvocato Francesco Liserre, e due responsabili delle ditte produttrici dell’alimento contaminato, difesi dagli avvocati Antonio Abete e Dario Summaria. Per loro l’accusa è di delitto colposo contro la salute pubblica in relazione alla vendita di alimenti nocivi, oltre a omicidio colposo e lesioni personali colpose.

Gli altri cinque indagati sono sanitari delle strutture del Tirreno cosentino che il 5 agosto hanno avuto in cura i pazienti intossicati. Tre di loro appartengono alla clinica privata Tirrenia Hospital di Belvedere Marittimo, assistiti dagli avvocati Innocenzo Palazzo e Antonella Benedetti. Gli altri due sono medici dell’ospedale pubblico di Cetraro, difesi dagli avvocati Luigi Calabria e Nicola Mondelli. Le accuse a loro carico sono di omicidio colposo e lesioni personali colpose.

Le parti offese individuate dalla procura sono 19: 15 persone intossicate e ricoverate all’ospedale di Cosenza, insieme a quattro familiari delle vittime. Tra gli intossicati ci sono residenti e turisti, molti dei quali giovanissimi. I pazienti più giovani sono due ragazzi del 2008, uno napoletano e uno milanese, di cui uno ancora quindicenne.

Il procedimento penale, ancora nelle prime fasi, punta a ricostruire ogni passaggio della filiera alimentare e delle cure prestate, con l’obiettivo di individuare eventuali negligenze o violazioni che possano aver contribuito alla tragedia.

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