Si aggrava il bilancio dell’allarme botulino a Diamante, dove altre sedici persone hanno manifestato sintomi di intossicazione dopo aver mangiato nel food truck “Da Peppino”. Due di loro sono ricoverate a Napoli, nei reparti di Terapia intensiva del Cardarelli e del Cotugno. Gli altri quattordici pazienti si trovano all’Annunziata di Cosenza, dove in Rianimazione restano sei degenti, di cui due in condizioni critiche: una donna di 42 anni del posto e un turista minorenne, entrambi intubati per stress polmonare.
Negli altri reparti dell’ospedale cosentino, tre pazienti sono in Pediatria e cinque in area medica. Finora sono stati somministrati sette sieri di antitossina botulinica: alle due dosi di scorta ne sono state aggiunte altre tre recuperate dal San Camillo di Roma grazie a un volo del 118 nella giornata di sabato 9 agosto.
Parallelamente, resta forte l’emozione per la morte di Luigi Di Sarno, uno dei due decessi sospetti legati all’episodio. La sorella, intervistata da Fanpage.it, denuncia presunti ritardi nei soccorsi: «Se arriva un paziente che non riesce a respirare, non puoi limitarti a fare una risonanza e consigliargli di vedere un neurologo. Aspettiamo i risultati dell’autopsia. Luigi è morto davanti ai nostri occhi, sull’asfalto».
La donna ha ricostruito le ultime ore del fratello: lunedì aveva accusato forti dolori allo stomaco dopo aver mangiato un panino con salsiccia e broccoli; martedì si era recato in ospedale lamentando difficoltà a deglutire e nella tarda serata era tornato nella stessa struttura, sempre più debilitato. «Mercoledì mi ha detto “sto morendo, non riesco neppure a respirare” — racconta — poi, nonostante il massaggio cardiaco dei carabinieri, non ce l’ha fatta».
L’inchiesta, coordinata dalla Procura di Paola, prosegue in parallelo ai controlli sanitari e agli esami sugli alimenti sequestrati, mentre la comunità resta in allerta per i nuovi casi emersi nelle ultime ore.