Sanità pubblica al collasso: Uil e Uilfpl Calabria denunciano crisi sistemica

Liste d'attesa interminabili, carenza di infermieri e tagli alla formazione aggravano un sistema sanitario già in affanno

La sanità pubblica italiana, e in particolare quella calabrese, è al centro di una crisi profonda, denunciata con forza da Uil e Uilfpl Calabria in occasione del Giudizio di parificazione del rendiconto generale dello Stato 2024. A sollevare l’allarme sono Mariaelena Senese, segretaria generale della Uil Calabria, e Walter Bloise, segretario generale della Uil-Fpl regionale, che parlano senza mezzi termini di una “crisi sistemica” che minaccia la tenuta del Servizio sanitario nazionale.

Tra i nodi più critici individuati dai sindacati ci sono la subordinazione del diritto alla salute a logiche di bilancio, l’inefficacia dell’assistenza territoriale e il problema cronico delle liste d’attesa. Secondo i dati forniti, nel 2024 una persona su dieci ha rinunciato ad almeno una prestazione sanitaria, in molti casi per motivi economici (5,3%) o per le lunghe attese (6,8%), con un incremento del 51% rispetto all’anno precedente per le rinunce dovute proprio ai tempi di attesa.

Ulteriore motivo di preoccupazione è la decisione di ridurre i posti per il corso di laurea triennale in infermieristica, passati da 26.832 a 26.289 per l’anno accademico 2025-2026. Un taglio di 543 unità che, in un contesto segnato dalla mancanza cronica di oltre 175 mila infermieri per allinearsi agli standard europei, viene definito dai sindacati come “una scelta miope e inaccettabile”. A fronte di pensionamenti non sostituiti e di un crescente disinteresse dei giovani per le professioni sanitarie, si profila un futuro ancora più incerto per il sistema sanitario pubblico.

Nonostante sia trascorso un anno dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto legge sulle liste d’attesa, tre dei sei decreti attuativi non sono ancora stati emanati, segno di una lentezza burocratica che penalizza cittadini e operatori. Per Senese e Bloise, è evidente che non bastano fondi o promesse istituzionali: serve un vero cambio di mentalità nella gestione dell’offerta sanitaria, che rimetta la persona al centro del sistema, non solo nei proclami ma nella pratica quotidiana.

La denuncia di Uil e Uilfpl punta il dito contro una deriva programmata che, a loro giudizio, mira a impoverire il servizio pubblico e a spostare sempre più risorse verso il privato. “Non ci si può prendere cura delle persone con organici insufficienti, risorse carenti e professionisti abbandonati”, affermano i due dirigenti, sottolineando come la riduzione dei posti nelle facoltà di infermieristica rappresenti una rinuncia a costruire il futuro della sanità pubblica.

La situazione in Calabria riflette quella nazionale, ma in forma accentuata, aggravata da criticità strutturali, scarsità di personale e inefficienze gestionali. Per i sindacati, è giunto il momento di affrontare il problema con serietà, altrimenti il diritto alla salute rischia di diventare un privilegio per pochi.

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