Calabria, la Cgil lancia la campagna referendaria per il lavoro e la cittadinanza

Cinque quesiti per cambiare il Paese: la Cgil Calabria avvia la mobilitazione referendaria su lavoro, sicurezza e diritti. Il segretario Trotta: «Il voto è la nostra rivolta»

La Cgil Calabria ha ufficialmente dato il via alla campagna referendaria per il lavoro e la cittadinanza, un’iniziativa che punta a coinvolgere i cittadini su cinque quesiti fondamentali. L’assemblea di apertura si è svolta a Lamezia Terme, con l’intervento del segretario generale Gianfranco Trotta e la chiusura affidata a Maria Grazia Gabrielli, segretaria confederale della Cgil nazionale.

Trotta ha sottolineato che il referendum rappresenta un’occasione per restituire ai cittadini un ruolo centrale nelle decisioni politiche e sociali, consentendo loro di esprimersi su temi cruciali come lavoro, sicurezza, dignità, cittadinanza e democrazia. «Il voto referendario – ha dichiarato – è una risposta alla precarietà, alle morti sul lavoro, ai licenziamenti ingiusti e al mancato riconoscimento della cittadinanza a chi ne avrebbe diritto».

Obiettivi della campagna referendaria

Secondo la Cgil, i cinque referendum si inseriscono in una strategia più ampia che include contrattazione, vertenzialità e mobilitazione, strumenti essenziali per riaffermare diritti sanciti dalla Costituzione ma indeboliti da interventi legislativi nel corso del tempo.

La mobilitazione della Cgil sarà capillare: attivisti e sindacalisti saranno presenti nelle strade, nei luoghi di lavoro e tra la gente, con l’obiettivo di informare i cittadini e stimolarli a partecipare attivamente al voto. L’obiettivo è migliorare le condizioni lavorative e, di conseguenza, garantire una maggiore tutela anche per le pensioni future.

Trotta ha inoltre sfidato i partiti politici a schierarsi apertamente sulla questione, chiedendo loro di dichiarare il proprio sostegno o meno ai quesiti referendari.

La battaglia contro l’autonomia differenziata e la flessibilità del lavoro

Durante l’incontro, è stato ribadito anche l’impegno della Cgil contro l’autonomia differenziata, considerata un pericolo per l’unità del Paese e per la garanzia dei diritti essenziali, tra cui sanità e istruzione.

Maria Grazia Gabrielli ha invece posto l’accento sul problema della crescente flessibilità del lavoro, criticando il modello di liberalizzazione progressiva adottato negli ultimi anni. «Ci avevano detto che maggiore flessibilità avrebbe aumentato la produttività, ma non è stato così», ha dichiarato la segretaria nazionale, sottolineando come il peggioramento delle condizioni lavorative non abbia portato a benefici economici concreti.

Un referendum per ridare centralità ai diritti

L’iniziativa referendaria della Cgil punta a ridisegnare il futuro del lavoro in Italia, contrastando la precarizzazione e restituendo dignità ai lavoratori. Secondo il sindacato, un voto favorevole ai cinque quesiti potrebbe rappresentare una svolta per milioni di cittadini, ponendo un freno alle attuali politiche sul lavoro e rafforzando le tutele per i dipendenti.

La mobilitazione è solo all’inizio, ma il messaggio è chiaro: «Il voto è la nostra rivolta».

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