L’ultima analisi dell’Istat sull’andamento dei prezzi al consumo evidenzia un quadro complesso per la Calabria, dove l’inflazione avanza sembrare con dinamiche peculiari. La crescita media dei prezzi al consumo in Calabria è stata dello 0,9% su base annua , un dato in linea con la media nazionale, ma con importanti differenze tra le città della regione.
Cosenza: il peso maggiore per le famiglie
Cosenza emerge come la città più colpita dal carovita, con un tasso di inflazione dell’1,1% su base annua. Questo valore non solo è il più alto della Calabria, ma si traduce in un costo aggiuntivo significativo per le famiglie. Una famiglia media cosentina ha dovuto affrontare una spesa supplementare annua di 195 euro, ben al di sopra della media regionale di 152 euro.
Nonostante un rallentamento rispetto agli anni precedenti, i prezzi continuano a gravare sui cittadini. Se nel 2023 il costo degli alimentari aveva raggiunto un picco del +18,9%, il dato attuale mostra un aumento più contenuto del 2,4%, comunque inferiore alla media regionale (+2,9%) ma ancora rilevante. Reggio Calabria registra l’incremento maggiore in questa categoria, con un +3,6%.
I rincari più significativi: abbigliamento e alloggi
Cosenza ferma il primato regionale nei rincari di abbigliamento e calzature, con un aumento del +2,5%, ben superiore alla media regionale (+1,7%). Anche i servizi di alloggio mostrano una crescita preoccupante, con un incremento del +15,1%, spingendo i media regionali al +6,8%. A livello nazionale, il rincaro in questo settore si attesta a un più moderato +3,4%.
I prezzi dei ristoranti, invece, registrano una crescita contenuta del +1,2%, inferiore alla media regionale (+1,8%). Tuttavia, altri settori mostrano dinamiche allarmanti: l’assistenza sociale, ad esempio, ha subito un aumento del +9,8%, contro una media nazionale del +2,4%.
Una carovita meno pressante ma ancora presente
Secondo Massimiliano Dona, leader dell’Unione Nazionale Consumatori, il rallentamento dell’inflazione non deve essere visto come una soluzione definitiva. “Nonostante la frenata, i cittadini pagano ancora caro il prezzo degli aumenti registrati negli ultimi due anni”, ha dichiarato.
L’attuale contesto economico riflette una situazione di fragilità, in cui ogni minimo aumento dei prezzi ha un impatto significativo su famiglie e imprese. La riduzione della pressione inflazionistica, seppur evidente, rappresenta per ora solo un miraggio, lasciando intatte le difficoltà strutturali che affliggono l’area.