In Calabria, per chi affronta malattie renali croniche, la speranza di una vita normale passa spesso per il trapianto, un percorso non privo di difficoltà. L’ospedale Annunziata di Cosenza, divenuto negli anni un punto di riferimento per i trapianti renali nel Sud, ha visto momenti di difficoltà nel recente passato, ma è ora pronto a riprendere la sua missione grazie a un nuovo accordo che coinvolge il dottor Sebastiano Vaccarisi , un esperto riconosciuto a livello nazionale per la sua esperienza e abilità chirurgica.
Le difficoltà del sistema sanitario calabrese, unite a una scarsa cultura del dono, rappresentano sfide costanti per i pazienti in lista di attesa, che vedono prolungarsi i tempi necessari per un trapianto. Un centinaio di persone aspettano un rene , ma nella regione solo la metà dei potenziali donatori accetta di consentire il prelievo degli organi, rendendo la lista d’attesa più lunga rispetto al Nord.
L’Annunziata ha ospitato undici trapianti dall’inizio dell’anno, tutti eseguiti da Vaccarisi, un punto di riferimento per la chirurgia dei trapianti. Tuttavia, la situazione si è complicata quando il chirurgo, dopo vent’anni di servizio, ha accettato una nuova posizione alla guida del reparto di Chirurgia dell’Asp di Rossano. La partenza di Vaccarisi ha temporaneamente fermato i trapianti all’Annunziata, poiché mancavano altri specialisti autorizzati a condurre queste delicate operazioni.
Per rispondere a questa necessità, è stato stipulato un accordo tra l’Azienda sanitaria provinciale e l’ospedale Annunziata, con cui Vaccarisi tornerà periodicamente a Cosenza per eseguire trapianti, in modo da garantire la continuità delle operazioni per i pazienti in attesa. Questa collaborazione, valida per tre anni con possibilità di proroga a cinque, è già attiva: tra novembre e dicembre sono stati programmati sei interventi.
Il ritorno di Vaccarisi rappresenta una nuova speranza per le persone che vivono con insufficienza renale in Calabria, che potranno beneficiare della sua esperienza in un momento critico. Tuttavia, per migliorare la situazione in modo strutturale, è fondamentale che la regione e i cittadini calabresi sviluppino una maggiore consapevolezza sull’importanza della donazione di organi, per rendere accessibile il diritto alle cure anche per i casi più complessi.