La Calabria si trova ad affrontare una sfida infrastrutturale importante nel settore idrico. La gestione e l’ammodernamento delle reti, frammentata tra i comuni fino ai tempi recenti, è ora nelle mani di Arrical , l’Autorità regionale che si occupa anche di rifiuti e che si propone di rendere la rete idrica calabrese adeguata alle necessità attuali e futuro. A supportare il progetto vi è il Piano d’ambito , aggiornato a marzo scorso, che prevede investimenti per 2,23 miliardi di euro in trent’anni, finanziati con fondi pubblici e da tariffe, per migliorare la gestione del servizio idrico in Calabria.
Nonostante questo, una domanda resta aperta: saranno sufficienti queste risorse per dotare la regione di un sistema idrico di livello nazionale?
Lo scenario del Mezzogiorno nel settore idrico
L’obiettivo di Arrical è di realizzare una gestione idrica integrata che possa competere con quella delle regioni più avanzate. Secondo il Rapporto Sud di Utilitalia e Svimez, emerge però che la Calabria, come gran parte delle regioni del Sud, soffre di un importante divario negli investimenti nel settore idrico: la media nazionale di spesa annua per investimenti è di circa 70 euro pro capite , mentre nel Mezzogiorno scende a soli 11 euro pro capite . Ciò riflette l’insufficienza delle risorse che, nel tempo, ha limitato gli interventi necessari e incrementato la frammentazione nella gestione delle reti, con molti piccoli comuni incaricati di opere essenziali senza i mezzi finanziari necessari.
Arrical si è posta come obiettivo quello di superare la gestione a livello comunale adottando un modello industriale con una gestione a livello territoriale, così come avviene nelle regioni più sviluppate. Sorical sarà il braccio operativo di Arrical, con un ruolo centrale nella gestione della distribuzione e nella manutenzione delle reti urbane e delle condotte, assorbendo progressivamente le responsabilità finora in capo ai comuni e ai consorzi locali. Questo passaggio consentirà una gestione integrata delle risorse idriche su scala regionale, uniformando e ottimizzando le pratiche di manutenzione e gestione.
Governance e necessità di una gestione centralizzata
Le sfide della Calabria non si limitano alle infrastrutture, ma coinvolgono anche l’ organizzazione della governance. Per competere con le regioni avanzate, le associazioni Utilitalia e Svimez sostengono la necessità di una gestione meno frammentata, basata su enti di governo unici per ogni ambito territoriale. In questo contesto, la Regione Calabria ha istituito Arrical con l’intento di superare l’attuale modello e migliorare la resilienza del sistema idrico rispetto ai cambiamenti climatici, che portano con sé criticità come la siccità e la scarsità d’acqua.
Investire in modo organico è la strada indicata per risolvere in modo sistematico le problematiche idriche e migliorare il servizio nel tempo. In questa prima fase, i fondi necessari saranno più consistenti: Sorical ha previsto investimenti di 293 milioni di euro entro il 2027 solo per il settore della distribuzione idropotabile, con una spesa pro capite di 158 euro per la popolazione calabrese.
Il piano trentennale e le sfide economiche
Nonostante i fondi già stanziati, la Calabria si trova comunque a un livello di investimento pro capite di circa 38 euro all’anno , superiore alla media del Mezzogiorno, ma inferiore alla media nazionale di 70 euro. Arrical dovrà quindi, nel tempo, incrementare la propria capacità di attrarre investimenti e garantire una continuità racconto finanziario da sostenere l’intero percorso di ammodernamento previsto dal Piano d’ambito.
Le risorse saranno quindi fondamentali per la costruzione di una rete idrica più moderna ed efficiente e la sfida sarà proseguire su questa linea di crescita infrastrutturale per avvicinare la Calabria ai livelli nazionali, superando nel tempo le barriere strutturali che oggi la separano dalle altre regioni.