Autonomia differenziata: la Lega accelera e il Pd calabrese si scaglia contro Occhiuto

La Lega accelera sull'autonomia differenziata, tra critiche delle Regioni del Sud e un milione di firme contro la riforma. E il pd regionale punta l'indice verso il governato della Calabroa

Nonostante i numerosi ricorsi alla Corte Costituzionale e oltre un milione di firme raccolte per un referendum abrogativo, la Lega continua a spingere sull’autonomia differenziata. I governatori del Nord, guidati da Luca Zaia, hanno già avviato incontri operativi con il Ministro Calderoli per discutere l’assegnazione delle materie fuori dai Lep (Livelli Essenziali di Prestazione), creando tensioni con le Regioni del Sud e le opposizioni politiche.

I consiglieri regionali del Pd hanno denunciato pubblicamente la manovra della Lega, definendola una forzatura che rischia di penalizzare il Sud. Le critiche si concentrano sull’accelerazione impressa dai governatori del Nord per ottenere maggiori competenze, senza attendere la definizione dei Lep, come chiesto da alcuni esponenti del governo, tra cui Antonio Tajani di Forza Italia.

Il decreto Calderoli, che sancisce il passaggio di competenze dallo Stato centrale alle Regioni, è al centro delle polemiche. I consiglieri dem vedono nell’iniziativa un tentativo di frammentare ulteriormente il Paese, ignorando le preoccupazioni sollevate da molte Regioni e costituzionalisti. Le Regioni Campania, Emilia Romagna, Puglia, Sardegna e Toscana hanno già avviato un ricorso in Cassazione contro il decreto, dimostrando l’ampiezza dell’opposizione anche a livello istituzionale.

Le critiche del Pd si estendono anche al presidente della Calabria, Roberto Occhiuto, accusato di sostenere l’autonomia differenziata in silenzio, nonostante la sua posizione ufficiale sia contraria. Secondo i consiglieri, Occhiuto avrebbe avallato il progetto in sede di Conferenza Stato-Regioni, ma ora si troverebbe in difficoltà nel prendere una posizione netta, alimentando la confusione sul futuro del Mezzogiorno in questo contesto.

Il dibattito sull’autonomia differenziata, tra favorevoli e contrari, si gioca su due fronti: da una parte, chi vede nella riforma un’opportunità per migliorare la gestione amministrativa delle Regioni; dall’altra, chi teme che possa ampliare ulteriormente il divario economico e sociale tra Nord e Sud, rendendo più difficile l’accesso ai servizi essenziali per le Regioni meridionali.

La posizione critica di Forza Italia, che attraverso Tajani ha chiesto di rimandare la discussione fino alla definizione dei Lep, sembra poco influente all’interno di un governo dominato dall’asse Lega-Fratelli d’Italia. Questa dinamica evidenzia le difficoltà interne alla coalizione di governo e il crescente malcontento all’interno delle Regioni del Sud, che temono una riforma considerata iniqua.

Le mobilitazioni contro l’autonomia differenziata sono in aumento, con la partecipazione di rappresentanti politici, costituzionalisti e cittadini preoccupati per le ripercussioni di questa riforma. La posta in gioco è alta, e riguarda non solo l’organizzazione amministrativa delle Regioni, ma anche il futuro dell’unità nazionale e la parità di accesso ai servizi per tutti i cittadini italiani.

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